A proposito dell' artista
Enrico Fraschetti (1928-2024), autodidatta, ha iniziato la sua attività artistica solo dopo il pensionamento, intorno alla fine del 1995. La sua ricerca si è concentrata principalmente sull'arte musiva, con particolare interesse per l' ”Opus Sectile”, una tecnica antica che affonda le radici nei Maestri Cosmati. Affascinato dal loro lavoro, Fraschetti ne ha studiato approfonditamente le metodologie, apprendendo e reinterpretando la tecnica, che lo ha portato a creare numerose opere esposte in mostre personali e collettive sia in Italia che all'estero. Nel 2007, il suo impegno artistico gli è valso il “Diploma di Merito al Gran Premio Raffaello Sanzio” conferito dall'Accademia del Marzocco di Firenze.
Tra le sue mostre più significative, si segnala la personale del 2019 ad Arona, intitolata “Quadri in tarsia con pietre naturali”. Le sue opere sono realizzate con l'antica tecnica dell'Opus Sectile, che risale al tardo Medioevo, ma che Fraschetti ha ripreso e rinnovato, coniando il termine “Opus Nova”. Il suo stile si distingue per l’uso di pietre policrome, principalmente graniti intagliati e ricomposti in complesse composizioni secondo disegni precisi. I suoi lavori riproducono principalmente le opere di grandi pittori come Vincent van Gogh, Picasso, Matisse, Klimt, Modigliani, Hayez, e anche Leonardo Da Vinci, con l’intento di dimostrare come la pietra, attraverso l’Opus Nova, possa essere un mezzo valido ed eterno di espressione creativa.
Fraschetti si è dedicato con passione alla ricerca di una nuova vita per l’Opus Sectile, limitandosi però a dimensioni più contenute rispetto alle opere originali. Ha iniziato con la realizzazione di tavoli con piani geometrici, per poi passare alla creazione di cornici per specchi e infine a disegni figurativi. A differenza dei Maestri Cosmati, che lavoravano prevalentemente in marmo per scopi decorativi e architettonici, Fraschetti ha scelto di orientarsi verso la pittura, utilizzando la pietra non solo come materiale decorativo ma come vero e proprio medium pittorico.
Il suo stile, definito anche “Tarsia Granitica Multicolore” o “Commesso Lapideo Multicolore”, è il risultato di un'accurata ricerca tecnologica. Fraschetti ha inventato e realizzato gli strumenti necessari per lavorare la pietra con la precisione che la sua arte richiedeva, sfruttando le competenze acquisite come Field Engineer negli Stati Uniti. La sua visione era quella di mettere in evidenza come la pietra – graniti, marmi, travertini, onici, quarzite – se sapientemente lavorata, possa restituire straordinarie sfumature di colore, contrasti e profondità, conferendo leggerezza, luminosità e movimento agli elaborati.
Fraschetti ha sempre visto la pietra come un omaggio ai grandi artisti del passato, un materiale che, grazie alla sua eternità, ha la capacità di restituire immortalità alle opere, rendendole immortali proprio come i maestri che le hanno create. “Il granito – diceva – per sua natura offre la vera eternità”, e dunque ogni opera diventa una traccia indelebile nel tempo.