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A proposito dell' artista

Pietro Lembo nasce nell'anno 1963 a Battibaglia in provincia di Salerno, dove attualmente vive e lavora.

Nato in una famiglia che ha sempre assecondato la sua passione, Lembo parte per Milano per gli studi universitari dove si laurea nel 1988 e diventando consulente aziendale. Sviluppa, nel tempo, una doppia personalità, razionale nel lavoro, irrazionale nel campo artistico. Nel periodo milanese, disegna per alcune riviste. Torna ad esporre quindici anni fa. Lo stesso si racconta: «Non so se definirmi un surrealista contemporaneo, un componente della Pop art contemporanea. È chiaro che la mia pittura è influenzata da queste correnti artistiche…».  Fulcro della sua ricerca artistica è un certo culto delle immagini: la vita quotidiana altro non è che un carosello di immagini che si susseguono incessantemente, lo stile è moderno  con contaminazioni provenienti dalla tradizione dell’arte italiana.  Immagini in movimento che sgorgano dal nostro subconscio: i sogni, dove le regole prospettiche e della logica sono annullate. Nei dipinti di Pietro Lembo ritroviamo questo andamento un po’ onirico dove situazioni reali sono accostate con un sapore “nonsense” che tuttavia nascondono da qualcosa di più profondo e recondito, secondo un ritmo serrato e anticonvenzionale e una buona dose di ironia. La quotidianità associata alla cultura e a citazioni artistiche crea una atmosfera surreale in grado di veicolare un messaggio subliminale o semplicemente una velata critica alla società contemporanea (Surrealismo sociale). «È qualcosa di spontaneo, avverto l’esigenza di comunicare le immagini che mi colpiscono nel corso della giornata, e che poi tramuto in storie nei miei quadri.» – I colori sono quelli della nostra tradizione in una gamma ampia e brillante che spazia dalle terre agli azzurri, tutti colori che rimandano al territorio italiano del sud con le sue accese contraddizioni. Osservare le sue opere è come tuffarsi in un mondo psichedelico fatto di colori, creature grottesche e personaggi enigmatici, in cui messaggi nascosti vanno ricercati tra le sfumature e le ombreggiature  delle figure rappresentate. La critica ha ben ragione nel definirlo “una macchina metabolizzatrice di immagini”

Ha partecipato a molteplici collettive in Italia e all’estero vedendolo in esposizione tra il 2106 ad oggi nelle città di Salerno, Lecco, Roma, Firenze, Milano, Venezia....  Ha  esposto alla Biennale  del Tirreno riscuotendo il Premio “Selezione Rosario Sprovieri”, a Praga alla Biennale Internazionale Arte Praga, all’ Esposizione Internazionale d’Arte di Atene nel dicembre 2019  e nello stesso anno alla Biennale di Milano presso il Brera Site. L’anno successivo lo vede Innsbruck al Global Art. Nel 2019 a Parigi riscuote il Premio Picasso. Da citare inoltre la Mostra personale a Cava dei Tirreni nel 2018 e a Roma nel giugno 2019.

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