A proposito dell' artista
Norberto Civardi è un eclettico artista nato a Fiorenzuola d’Arda il 13.03.1947
Consulente creativo per prestigiose agenzie internazionali di pubblicità quali Young & Rubicam e McCann Erickson, Norberto Civardi ha lavorato a numerosi spot televisivi per Tabu, Candy Alisè, Mcfarland Red Beer e Coca Cola. Inoltre egli ha collaborato con diversi registi tra cui Renzo Martinelli, Alessandro D’Alatri, Peter Care (autore dei video sperimentali per Clock DVA), Roger Lunn (autore dei video di Paul McCarthy), Russell Mulcahy (autore del film Highlander) e Bruce Weber.
Tra i premi ed i riconoscimenti più importanti conferiti a Norberto Civardi vi è il Clio Award al Festival Internazionale di New York, lo Short List al Festival Internazionale di Cannes, la Migliore Animazione al Premio Anipa e il Premio Pubblicità e Successo al Festival di Venezia.
Norberto Civardi ha inoltre tenuto diverse mostre pittoriche al Castello Sforzesco di Milano, al Palazzo Reale sempre di Milano con dei murales, al Centro Internazionale di Cultura di Amsterdam, alla Galleria Biffi Arte di Piacenza, al Centro Pompidou di Parigi con un’installazione video per IBM e all’Expo 2015.
Uno dei tanti particolari oggetti d’arte realizzati da Civardi è un grande tavolo-orologio per la Swatch, acquistato dal brand ed ora esposto al Watch Design Museum di Lucerna. Norberto Civardi ha partecipato inoltre alla rassegna milanese Elephant Parade, nel 2011: evento per cui ha decorato il suo elefantino asiatico ispirandosi alla campagna promossa da Eurofishmarket e Iper a favore della sostenibilità del pesce spada e grazie al quale ha ottenuto il premio Ethic Award di Il Sole 24 Ore. E a questo proposito il noto pittore ha spiegato che <<Oltre ai richiami all’ecosistema marino, ho collocato sulla schiena dell’elefantino una carica a molla, trasformando quest’opera in un gioco. Come un bambino che ama sognare, vorrei appunto la salvezza dell’elefantino asiatico e quella del pesce spada (…)>>.
Non a caso la critica è concorde nell’affermare come le creazioni di Norberto Civardi facciano spesso riferimento ad immagini che sembrano uscite da Alice nel Paese delle meraviglie, sembrano cioè uscite da un sogno affollato di personaggi e oggetti bizzarri, in ambienti improbabili. Ciò è testimoniato, per esempio, nell’esposizione Personale “Giocattoli e Preghiere” in cui le due parole che compongono il titolo della mostra sembrano accostate in modo blasfemo sebbene non sia così. Molti giocattoli infatti provengono dal mondo del sacro come l’altalena, le trottole e le bambole – oggetti un tempo riservati al culto della divinità, successivamente però decaduti e non più focus di tale attività religiosa, solenne. Civardi tuttavia non costruisce giocattoli del sacro, piuttosto dipinge oggetti sacri che diventano elaborati artistici (e dunque non sono più semplici veicoli di attività concrete, oggetti utili per uno scopo specifico). Riassumendo, Norberto Civardi sembra voler liberare in questa maniera l’arte dalla mercificazione e porre invece l’attenzione sulla bellezza – e non sul valore d’uso comune.
Per ottenere la sopraddetta trasfigurazione degli oggetti ordinari in qualcosa d’altro rispetto a mezzi del quotidiano, Norberto Civardi sovente produce immagini choc e sconvolgenti accostando simboli cristiani con quelli di film d’animazione al fine di far avvenire nell’arte cose che la ragione strumentale ritiene impossibili. Ecco pertanto che l’artista, similmente a quanto fa un bambino, sottrae le cose al loro valore pragmatico trasformando uno sgabello in una diligenza, un masso in un trono etc. ovvero rendendo oggettivo il proprio mondo interiore attraverso i giocattoli.
Per quel che invece riguarda la tecnica, la tavolozza di colori del fiorenzuolano ha una luce rarefatta come quando il sole d’inverno tinge il circostante con chiaroscuri. Non c’è dunque la luce che acceca ed abbaglia con colori primari sfavillanti, bensì c’è una luce che si posa su quanto circonda per scaldare più che per far vedere e ciò crea una sensazione di intimità e di calore su dettagli periferici e che appaiono dunque surreali. Non di rado, infine, nelle opere di Norberto Civardi intervengono alcuni vocaboli a narrare in maniera velata, per costringere lo spettatore a pensare allorché si trova di fronte agli acrilici su tavola per tavoli, sedie, letti, paraventi ed olio su tela di magistrali dipinti.