A proposito dell' artista
Aldo Pallanza, nato in una famiglia di artigiani calzaturieri, seguì le tradizioni di famiglia e divenne un abile designer di calzature. La sua passione per il design attirò l'attenzione di Luigi Barni, direttore dell'Istituto Saporiti, che lo incoraggiò a frequentare la Scuola d'Arte dell'Istituto Roncalli. Nonostante il premio Ornati e l'opportunità di entrare all'Accademia di Brera, la sua famiglia insistette perché lavorasse in un calzaturificio locale, dove si specializzò nella creazione di modelli.
Mentre lavorava e adempiva agli obblighi familiari, Pallanza perseguiva la sua vera passione per la pittura da cavalletto. Sviluppò una tecnica particolare per dipingere pelli di rettile e divenne insegnante in un corso di calzature. Insoddisfatto dell'approccio figurativo, cercò la guida di Fulvio Belmontesi e incorporò il "simbolo" nel suo lavoro, dando vita a dipinti carichi di emozioni.
Pallanza descrive il processo creativo come un viaggio mentale, in cui gli elementi figurativi servono come punto di partenza per un'esplorazione immaginativa. Attraverso le sue sperimentazioni con i materiali e i colori, ha sempre ottenuto risultati accattivanti, attirando gli spettatori in un mondo di fantasia. Il suo stile artistico si è evoluto dal figurativo tradizionale per abbracciare il regno dell'arte informale.
Nel corso della sua carriera, Pallanza ha partecipato a diverse mostre. Tra i momenti salienti ricordiamo la vittoria al "3° Trofeo Sacro Cuore" di Vigevano, mostre collettive in gallerie prestigiose e mostre personali in luoghi rinomati come Palazzo Roncalli e il Castello di Vigevano. La sua collaborazione con la Galleria Syncron di Brescia ha fatto sì che le sue opere venissero esposte in sedi internazionali, tra cui lo Sharjah Art Museum, il Museum of Modern Art di New York e la Galeria Graphica di Caracas.